Nanotecnologia al servizio delle api….o no?

Questa estate mi sono imbattuta in un trafiletto di giornale minuscolo, che sarebbe passato inosservato se delle parole precise non avessero catturato la mia attenzione:

api e bolle di sapone.

Riportava in 4 righe la notizia che un ricercatore giapponese. Un certo Eijiro Miyako, giocando col figlio a fare le bolle di sapone ha avuto un’illuminante idea: perché non usarle per trasportare polline in modo tale da impollinare più fiori possibile?

Secondo Miyako, questa tecnica potrebbe sopperire non solo alla carenza di insetti impollinatori, ma risulterebbe anche più efficiente rispetto all’impollinazione manuale (scopro così che c’è chi nella vita fa anche questo con infinita pazienza) o i soffiatori di polline, tecnica quest’ultima a quanto pare poco affidabile e costosa.

Presa dalla curiosità, sono andata a cercare chi sia questo signore. Scopro essere un professore associato del Japan Advanced Institute of Science and Technology, specializzato in nanotecnologie.

apiLo studioso, attraverso una serie di esperimenti, è arrivato a realizzare dei piccoli droni (foto di dominio pubblico presa dalla pagina del professore).

Questi droni fanno una cosa tanto semplice quanto affascinante, o folle a seconda dei punti di vista: sparano bolle piene di polline, che scoppiando rilasciano sui pistilli senza rovinare i fiori.

La riuscita di impollinazione di un intero campo di piante fiorite sembra essere del 90%, quindi molto più vantaggiosa ed economica rispetto alle precedenti tecniche.

Sono rimasta colpita da tanta semplice genialità, ma anche amareggiata.

Possibile che si preferisca mettere in campo le migliori menti del nostro pianeta per sostituirsi alle utilissime api, invece di trovare una soluzione che possa ridurre l’impatto ambientale e preservi il loro diritto di esistere?

L’impressione è che ci si stia rassegnando all’idea di perdere una parte importante del nostro ecosistema, e quindi si voglia correre ai ripari.

Mi chiedo anche se sia etico agire in questo modo, e mi piace inoltre pensare e sperare che si sia valutato l’utilizzo di tensioattivi totalmente biodegradabili.

Allontanandomi in parte dall’argomento, ma chi è spettinato può uscire fuori tema: seguendo diversi gruppi di apicoltori, ho scoperto che c’è anche la piaga dei piromani degli apiari.

Gente malata che provoca danni economici ed ambientali ed uccide senza pietà innocenti esseri (le api) che dovrebbero essere un patrimonio da tutelare, e non da sostituire!