C'era una volta Artesania, un piccolo paese sconosciuto a molti
Era così piccolo che i passanti lo superavano senza vederlo, andando alla ricerca di paesi più grandi.
Ma Artesania li guardava passare frettolosi, pensosi ed in cuor suo si dispiaceva perché era consapevole di avere nel suo piccolo cuore tutto quello che il mondo cercava.
La magia, i colori, il senso di meraviglia infatti regnavano indisturbati.
Ma Artesania aveva anche un suo segreto: da sempre i suoi abitanti avevano rispettato la terra, l’acqua, il fuoco e l”aria, tutto era pulito e bellissimo.
Avevano imparato da tanti secoli che i quattro elementi divenivano, con pazienza e lavoro, Musica, la più bella che si potesse ascoltare.
Questo equilibrio incantato aveva generato una Magia.
Le persone non morivano mai, semmai quando proprio erano stanche si fondevano con la natura; chi sceglieva di essere foglia, chi fiore, chi quercia, chi larice.
Era strano, ma tutto armoniosamente respirava insieme .
La cosa veramente incredibile è che, pur non esistendo la morte (o proprio per questo), le nascite erano continue e tutti erano felici nella stessa maniera, perché il bambino più bello era sempre l’ultimo, quello inatteso.
Le nascite avevano il sapore di un miracolo e regalavano a tutti gioia infinita.
Tutti si occupavano dei piccoli nati, che respirando questo grande affetto crescevano in fretta diventando forti.
Non esistevano le malattie ad Artesania perché la gioia di vivere formava anticorpi eccezionali.
Sì, perché la felicità è sempre stata un grande medico, tutte le ferite si sanavano in fretta, tutto si medicava col sorriso.
“Certo – vi chiederete – ma come vivevano?” La risposta è facile: avendo aria pulita, buona terra, acqua limpida e fuoco allegro e vivace, Artesania produceva in allegria verdure fresche, zucche colorate, carciofi violetti ed ancora coniglietti, uccellini, pesci e tanti bei cesti di vimini dove sistemare questo ben di Dio.
La produzione non conosceva stagioni perché l’aria era sempre tiepida e non esistevano temporali che rovinavano il raccolto.
Nelle giornate più fredde, proprio prima di Natale, si facevano dolci accompagnati da fumanti tazze di thé e subito l’aria ridiventava tiepida.
Sì, la vita era proprio bella, non poteva essere migliore.
Artesania era abitata principalmente da donne e quando arrivava un uomo doveva essere in sintonia col mondo femminile.
Chi superava la prova restava, chi non la superava, usciva dal paese incantato e si perdeva nel mondo.
Forse a pensarci oggi, era questo il grande segreto di Artesania: un mondo di donne accoglienti, laboriose, pronte a sorridere ed a volare tra i colori, pronte a condividere con gli uomini il loro mondo purché essi capissero la bellezza della vita.
Mi piacerebbe parlarvi dei singoli personaggi, ma mi accorgo che sarebbe impossibile descriverli perché tutte insieme formavano Armonia e solo Armonia viveva, creando altra Armonia.
Un certo brutto giorno il mondo la fuori si ammalò, si ammalò gravemente ed i pubblici uffici obbligarono tutti i comuni alla chiusura per evitare contagi.
Artesania fu costretta a chiudere anche lei i confini del suo piccolo mondo incantato.
Ma mentre fuori imperversa paura e morte, successe alla fine anche un imprevisto.
Uno scienziato passò per caso nei pressi di Artesania, si accorse che quel paese non era stato contaminato.
Avevo dimenticato di dirvi che una parete di confine di Artesania era di cristallo e quindi si poteva vedere la bellezza della sua vita fatta di amore e calore.
Lo scienziato si avvicinò al cristallo, fece calcoli su calcoli ed alla fine decise che il piccolo mondo di Artesania non si era ammalato perché c’era luce e tanto amore.
L’esempio venne portato a conoscenza del mondo e tutti finalmente capirono.
Vi ho raccontato questa lunga storia avvenuta tanti anni fa che permise al mondo intero di riscoprire la bellezza della vita Fu così importante l’esempio di Artesania?
Sì, fu importantissimo perché la vita cambiò ed il mondo divenne il giardino che vedete oggi.
Vittoria Baldieri